Come temevo, Il BTP Futura dedicato ai soli residenti ha raccolto poco più di 6 miliardi in 5 giorni – dal 6 al 10 Luglio -, meno della metà di quanto ha raccolto il BTP Italia lo scorso Maggio.

Un risultato estremamente deludente, che sembra cercato a tavolino dai responsabili del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Tra le cause tecniche, ne citerei due: sono stati abbassati i rendimenti base (a 5 anni si è passati da 1,4% a 1,3%) ed è stato tolto il premio per l’inflazione (tutt’altro che marginale alla luce di una ripresa post-Covid che prima o poi genererà inflazione).

Ma il dato più eclatante è il silenzio assordante che ancora una volta ha avvolto questa operazione. Nessuna presentazione al pubblico, nessun dibattito serale, nessun TG che abbia speso 2 minuti per intervistare un esperto che ne spiegasse i meccanismi. Tutto lasciato completamente in mano al solito “atto d’amore” da parte delle banche private, che ovviamente non hanno alcun interesse a collocare titoli a commissioni quasi zero e che per giunta le priverebbero della liquidità investita nelle redditizie gestioni patrimoniali interne.

Una presa in giro, insomma, che è servita soltanto a precostituire una presunta prova del fatto che il risparmio italiano non può risolvere il problema della finanza pubblica necessaria a risollevare il Paese, e che quindi c’è bisogno del MES e del Recovery Fund.

Dopo il caso eclatante del BPT Italia di Maggio, ho voluto attendere quest’altro indizio per formare una prova, e l’indizio è arrivato forte e chiaro.

Ricordiamo che lo scorso 2 Giugno, il Tesoro emise un collocamento sindacato di BTP per il quale la domanda complessiva fu di 108 miliardi, ma l’offerta si fermò inspiegabilmente a 14 miliardi! (notizia riportata dal Corriere della Sera il 3 Giugno).

A questo punto, è facile prevedere cosa accadrà alle aste BTP di Luglio, fissate per il 14-15-16, nelle quali saranno collocati BPT a 3, 7 e 20 anni, in teoria adatti a soddisfare la domanda da parte degli investitori e quindi a risolvere i problemi di finanza pubblica italiana: ci sarà una domanda molto forte, ma l’offerta da parte del Tesoro sarà centellinata.

In questo modo, Gualtieri & Co (nota bene: non la Troika né la Germania…) potranno continuare a sostenere che c’è bisogno del MES, del Recovery Fund e che dobbiamo andare col cappello in giro per l’Europa a mendicare denari.

Tenere la popolazione in stato di emergenza, sanitaria e finanziaria, sembra ormai diventata una filosofia di governance.